Leggere vuol dire...

Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare. [...] La ragione ed il vero sono quei tali conquistatori, che, per vincere e conquistare durevolmente, nessun'altra arme debbono adoperare, che le semplici parole. Perciò le religioni diverse, e la cieca obbedienza, si sono sempre insegnate coll'armi; ma la sana filosofia e i moderati governi, coi libri.
(V. Alfieri, "Del principe e delle lettere", 1786)

venerdì 15 luglio 2016

Il colombre





DINO BUZZATI    
Il colombre


Il racconto più pregnante è quello che dà il titolo alla raccolta. Il protagonista è Stefano Roi, un uomo che passa la vita a scappare dal colombre, mostro marino e squalo terribile che in realtà, alla fine, si rivela un compassionevole compagno di viaggio. Incontra finalmente Stefano Roi e gli fa un insolito, inaspettato regalo.
Nel racconto, incentrato sull'archetipo narrativo del viaggio, come percorso di autocoscienza e formazione, Roi passa dalla fuga all'incontro. E nel riconoscimento del colombre semplicemente come "altro", e non come pericolo, consiste la modernità di questo testo.
Stefano Roi si apparenta ai numerosi eroi della tradizione che hanno affrontato il viaggio per mare. Ulisse dopo il naufragio è approdato a Itaca, riappropriandosi della propria identità di re, padre e marito. Il feroce capitano Achab ha sfidato i mari spinto dal demone della vendetta contro la Balena Bianca e ha trovato la morte. L'assurdo vagare per mare di Stefano Roi - che non ha nulla della sfida propulsiva e conoscitiva dell'Odissea né del vendicativo inseguimento di Achab - si conclude non con uno scontro, ma con un incontro fatto di comprensione e di reciproco riconoscimento.
L'incontro tra l'uomo e il mostro è di stringente attualità: in un'epoca dilaniata da disumani conflitti, solo nel superamento di ogni autoreferenzialità etica e culturale, solo nel dialogo si annidano le speranze di pace e di convivenza civile.
Molti si sono interrogati sul senso di questo racconto e sul significato del mostro che Stefano ha sempre cercato di evitare, temendolo, per poi, forse troppo tardi, scoprirne la bellezza.
Il colombre potrebbe essere il destino, sarà forse la felicità che noi non abbiamo il coraggio di abbracciare, che non sappiamo riconoscere, cui non riusciamo ad abbandonarci con fiducia e semplicità. Sarà. Forse.



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