Leggere vuol dire...

Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare. [...] La ragione ed il vero sono quei tali conquistatori, che, per vincere e conquistare durevolmente, nessun'altra arme debbono adoperare, che le semplici parole. Perciò le religioni diverse, e la cieca obbedienza, si sono sempre insegnate coll'armi; ma la sana filosofia e i moderati governi, coi libri.
(V. Alfieri, "Del principe e delle lettere", 1786)

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Non si scrivono romanzi per raccontare la vita ma per trasformarla, aggiungendovi qualcosa.

Le menzogne dei romanzi non sono mai gratuite: colmano le insufficienze della vita.

Solo la letteratura dispone delle tecniche e dei poteri per distillare quel delicato elisir della vita: la verità nascosta nel cuore delle menzogne umane. 
La vita reale, la vita autentica, non è mai stata né mai sarà sufficiente per appagare i desideri umani.
Ma l'immaginazione ha concepito un astuto e sottile palliativo per questo divorzio inevitabile fra la nostra realtà limitata e i nostri appetiti smisurati: la finzione. Grazie a questa, siamo di più e siamo altri senza smettere di essere gli stessi. In questa ci dissolviamo e ci moltiplichiamo, vivendo molte più vite di quelle che abbiamo di quelle che potremmo vivere senza uscire dal carcere della storia.
Gli uomini non vivono solo di verità; hanno anche bisogno delle menzogne: quelle che inventano liberamente, non quelle che vengono loro imposte.
La finzione arricchisce la loro esistenza, la completa. La letteratura amplia la vita umana.
E' un diritto che dobbiamo difendere senza rossori.
Perché giocare alle menzogne è un modo per affermare la sovranità individuale; per preservarsi uno spazio di libertà, una cittadella fuori dal controllo del  potere e dalle interferenze degli altri, dentro la quale siamo davvero i sovrani del nostro destino.

La verità storica è indispensabile e insostituibile per sapere quello che siamo stati e forse quello che saremo come collettività umane. Ma quanto siamo come individui e quanto vorremmo essere e non abbiamo potuto essere davvero e abbiamo quindi dovuto essere fantasticando e inventando - la nostra storia segreta - solo la letteratura sa raccontarlo.

Mario Vargas Llosa, La verità delle menzogne



Questo blog non propone recensioni o relazioni dei libri presi in esame. 
La profondità delle cose nasce dal piacere di raccogliere riflessioni che i libri fanno nascere.
Liberamente. Senza gabbie tecniche.
Teresa D'Errico, docente di Italiano e Latino



Il verbo leggere non sopporta l'imperativo,
avversione che condivide con alcuni altri verbi:
il verbo "amare" ... il verbo "sognare" ...

Daniel Pennac, Come un romanzo

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