La cena
La cena è la storia che potrebbe capitare a me, a te, caro lettore.
Due coppie apparentemente stabili e felici si incontrano in un lussuoso
ristorante. Chiacchiere, banalità, il lavoro, i figli.
I figli. Appunto.
Vite tranquille vengono sconvolte
da un evento di incomprensibile, assurda violenza: al ritorno da una
festa, due sedicenni - i figli delle due coppie a cena - ragazzi, cioè, di “buona
famiglia”, ammazzano una clochard e le danno fuoco. Le immagini riprese dalla
videocamera della cabina di un bancomat vengono trasmesse in TV e fanno il giro
del web. Non teppisti che incendiano le
macchine per far scattare una faida tra gruppi di etnie diverse. Soldi a
sufficienza, genitori benestanti. Ragazzi come ne conosciamo tutti. Come nostro
nipote. Come nostro figlio.
L’interrogativo è inquietante:
che fare? Ancora più grave è la domanda: perché è accaduto?
L’azione efferata dei due
sedicenni è la dimostrazione del fallimento della famiglia, della scuola, della
società, vittime di nichilismi irreparabili.
Herman Koch ci inchioda alla
lettura, ci fa entrare nei meandri del senso di colpa come genitori, ci fa
provare una forte sensazione di impotenza come insegnanti, di inadeguatezza come
adulti incapaci di costituire modelli esemplari per i giovani che ci lanciano
messaggi, ma noi, ormai, non siamo più in grado di decifrarli, travolti
dall’ansia del lavoro, del successo, del denaro, dell’autoaffermazione. Non
ascoltiamo, viviamo distrattamente le tappe della crescita dei nostri ragazzi
cui diamo tutto, tranne ciò di cui hanno davvero bisogno: attenzione, considerazione,
tempo.
Sì, la quantità del nostro tempo. Non basta la qualità.
Sì, la quantità del nostro tempo. Non basta la qualità.
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