domenica 3 luglio 2016

Il grande inquisitore. Il peso della libertà

Vasilij Perov, Ritratto di Dostoevskij
F. Dostoevskij, Il grande inquisitore
G. Colombo, Il peso della libertà

Allora daremo agli uomini una quieta, umile felicità, la felicità dei deboli ... accetteranno le nostre decisioni perché li avranno liberati dalla grave preoccupazione e dai terribili tormenti che oggi comporta la libera decisione individuale. (F. Dostoevskij, Il grande inquisitore)

Colombo trae da Dostoevskij l'eterno dilemma sull'essenza della libertà.
L'uomo è immaturo per gestirla?
Dio lo ha condannato a sopportare il peso della libertà?
E se è così, che razza di dono Dio ci ha fatto? 
Paradossalmente prima di Sartre, l'autore russo, apripista dell'esistenzialismo, lascia intendere che l'uomo è condannato a essere libero. Libertà significa scegliere, sempre, inevitabilmente, con responsabilità. E nessuno può sostituirsi ad un altro nell'esercizio dell'atto di scelta. Farebbe comodo demandare ad altri la gestione del nostro destino, affidarsi alle scelte di chi decida per noi. Ma questa è la visione immatura e mortificante dell'uomo, quella che ha fatto da base agli "stati etici" e che ha battezzato efferate dittature.
Libertà è, invece, democrazia, ce lo ha insegnato la Rivoluzione francese.
Libertà è esercizio della scelta e rispetto della scelta altrui, ce lo hanno detto Habermas e Vattimo, maestri delle "etiche in dialogo".
Libertà è rispetto dell'altro per il solo fatto che esista: i suoi giudizi, certo, possono anche confliggere con i miei obiettivi, ma pure è giusto che siano espressi.
Libertà è empatia, buon senso.
Libertà è essere uomini ... maturi... consapevoli artefici del proprio destino.
Libertà è amore e solo chi ama rispetta.
Il grande inquisitore non desiste dalla decisione di giustiziare Cristo, artefice, nella persona del Padre, dell'infelicità umana per via del dono della libertà, però Cristo lo spiazza con un bacio. L'amore rende liberi.
Dio attraverso l'amore lascia gli uomini liberi di scegliere, di scegliere anche il male, ma suggerisce la strada per vivere insieme (G. Colombo).
Senza essere come Dio, basterebbe il rispetto, non coinvolto fino all'amore, il riconoscimento della dignità dell'altro, per vivere bene insieme ai propri simili senza tormenti.
Non è sufficiente proclamare la democrazia per avere uno stato senza dolore.
Per essere liberi occorrono impegno e fatica (G. Colombo). La libertà è un'infinita conquista.

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